martedì 25 gennaio 2011

Costi delle compravendite immobiliari i Italia tra i più alti d'Europa

Da uno studio Ocse emergono dati interessanti

L' Italia figura al 5° posto su 33 nazioni con costi complessivi (tasse, imposte di registro, spese notarili, tariffe agenzie immobiliari) pari al 12 % del valore dell'immobile (l'8% a carico dell'acquirente).
L'Italia viene quindi inserita tra i Paesi in cui i costi delle transazioni immobiliari vengono definiti "eccessivamente elevati". Al primo posto il Belgio (oltre il 14% totale), seguito da Francia, Grecia e Austria, mentre Danimarca e Islanda sono i Paesi con i minori costi di compravendita (sotto il 4%).
L'Ocse sottolinea come i costi di acquisto e vendita delle case abbiano l'effetto di ridurre la mobilità residenziale e del lavoro e questo può avere un effetto negativo anche sulla ripresa occupazionale in atto. L'Organizzazione sottolinea che le politiche governative possono contribuire a ridurre i costi, attraverso una ristrutturazione del sistema tributario e/o annullando le barriere di entrata nelle professioni coinvolte nel settore, in particolare dove i costi sono eccessivamente elevati e probabilmente riducono la mobilita' residenziale, come in Belgio, Francia, Grecia e Italia.
Per aumentare la mobilità l'Ocse propone anche dui allentare le normative sugli affitti. In questo settore l'Italia risulta tra i Paesi in cui le norme garantiscono una protezione maggiore agli inquilini (settimo posto su 33).
Secondo l'Organizzazione, la mobilità sarebbe favorita anche da un maggiore accesso al credito, ma evitando un alto livello di indebitamento. Lo studio consiglia poi di tassare la casa occupata dai proprietari allo stesso modo degli altri investimenti e di evitare tasse che favoriscono la proprietà di case perché possono portare ad eccessivi investimenti nel residenziale a scapito di investimenti piu' produttivi, influenzando quindi negativamente la crescita.

Il credito facile d'altra parte, continua l'Ocse, e l'inadeguata supervisione bancaria (vedi il caso USA dove nel 2007 il 22% degli acquirenti di case non pagava alcun acconto) hanno portato prima al boom, con un'elevata volatilita' dei prezzi (aumenti reali del 90% o piu' in alcuni Paesi) e poi alla crisi sub-prime. «I Paesi Ocse hanno visto i danni che politiche mal concepite possono arrecare attraverso i loro effetti sul mercato residenziale», commenta il direttore generale dell'Ocse, Angel Gurria, sottolineando che mentre si cercando nuove fonti di crescita e si cerca di ristabilire la fiducia nel settore finanziario, di rendere più verdi le nostre economie, le politiche residenziali possono avere un grande impatto sul nostro futuro.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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