mercoledì 21 dicembre 2011

A picco le richieste di Mutui. -33% a ottobre; -14% nei primi 10 mesi 2011

L’analisi del patrimonio informativo di EURISC – Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF - mostra come la domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane continui inesorabile il percorso di contrazione rispetto ai corrispondenti mesi del 2010 e a ottobre registra un pesantissimo -33% (dato ponderato sui giorni lavorativi), che conferma l’andamento di un semestre in cui la decrescita è risultata sistematicamente in doppia cifra.

Nei primi 10 mesi del 2011 il decremento complessivo è stato del -14% rispetto all’analogo periodo del 2010 ma anche il confronto con gli anni precedenti denota una rilevante contrazione del numero di richieste di finanziamento avanzato dalle famiglie italiane per l’acquisto di un immobile.

DOMANDA DI MUTUI (numero di richieste) – Gennaio-Ottobre 2011 – a parità di giorni lavorativi

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Questo, in sintesi, è il preoccupante quadro che emerge dall’analisi dei dati sull’andamento complessivo della domanda di mutui e delle variazioni percentuali rilevate su EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie.

Passando all’andamento mensile, le variazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono indicate sia in valori assoluti sia ponderate, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi.
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Il grafico riepilogativo della domanda di mutui a partire da gennaio 2009 rende più evidente il trend in atto.

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
“E’ difficile imputare questa picchiata delle richieste di mutuo – commenta Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureu services di CRIF - principalmente al riassorbimento dell’effetto-rinegoziazione che certamente aveva caratterizzato la crescita della domanda nell’ottobre di un anno fa. Più probabilmente siamo di fronte all’avvitamento della domanda per le ormai purtroppo consolidate aspettative negative delle famiglie italiane, cui inizia ad aggiungersi una forma di autocensura preventiva: perché chiedere un mutuo quando è evidente che le probabilità di ottenerlo hanno iniziato a contrarsi, causa la scarsa disponibilità di impieghi disponibili presso gli intermediari finanziari? Questa consapevolezza – conclude Lodi – è vero veleno, perché colpisce al cuore non solo l’idea di una ripresa in positivo delle aspettative, legate all’andamento economico, ma anche il senso della relazione tra chi dà e prende credito, minata nei suoi fondamentali: fare raccolta per fare impieghi”.

Analizzando la distribuzione per fasce di durata, si mantiene la crescita della quota parte di domanda di mutui nelle classi tra i 20 e i 30 anni, che nei primi 10 mesi del 2011 rappresentano quasi il 51% della domanda complessiva. Ad ogni modo, è ancora la classe di durata compresa tra i 25 e i 30 anni ad essere quella maggiormente preferita dalle famiglie italiane (31% del totale) oltre ad essere in crescita (+1,8%) rispetto al 2010.

Andamento delle domande di mutui per durata
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

“Relativamente alla distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo - aggiunge Lodi - continua la crescita della quota di domanda nelle fasce più basse anche se il mese di ottobre 2011 ha fatto registrare un leggero incremento dell’importo medio mensile, tornato sui valori di aprile e maggio. Anche questo trend conferma la prudenza che sta caratterizzando il comportamento delle famiglie italiane”.
Per altro l’importo medio calcolato sulla totalità dei primi dieci mesi dell’anno in corso continua ad essere inferiore rispetto al pari periodo 2010, rispettivamente 136.976 € contro i 139.216 euro.



Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Analizzando, infine, la domanda in base all’età dei soggetti richiedenti mutui ipotecari, la classe compresa tra i 35 e i 44 anni continua ad essere la più numerosa, con una quota pari al 35% del totale.

“L’auspicio di ripresa dell’economia è stata frustrata dalla brusca ricaduta sopraggiunta in estate, con la conseguente grave incertezza sui tempi di un effettivo recupero delle posizioni pre crisi – conclude Lodi -. Pil, consumi e investimenti continuano a manifestare segnali di forte debolezza e, in questo scenario oggettivamente difficile, anche la domanda di credito ne ha inevitabilmente risentito. In particolare sembra pesare la persistente sofferenza del mercato del lavoro (con un tasso di disoccupazione particolarmente alto, superiore all’8% e con punte vicino al 30% nel segmento dei giovani) affiancata da una debole dinamica dei redditi, condizione fondamentale per ristabilire il difficile equilibrio del bilancio familiare delle famiglie, la cui evoluzione fa ritenere che anche nei prossimi anni non ci saranno le condizioni per un ritorno del mercato del credito ai livelli pre-crisi”.

Fonte: CRIF

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