martedì 7 maggio 2013

Dieci giorni per un decreto ad hoc per l'Imu


La tassa più odiata dagli italiani sarà congelata, con la sospensione della rata di giugno, grazie a un decreto legge ad hoc che il governo Letta sta mettendo a punto. 

I tecnici del ministero dell'Economia hanno al massimo 10 giorni di tempo per elaborare il provvedimento per sospendere l'imposta sulla prima casa. La cifra necessaria per tenere fede agli impegni presi dal presidente del Consiglio, nella migliore delle ipotesi, sarà pari a 1,5 miliardi ma potrebbe addirittura raddoppiare.

Secondo i dati del Mef il bottino incassato lo scorso anno grazie all'Imu sulle abitazioni principali, pagato da 17,8 milioni di proprietari, ammonta a circa 4 miliardi di euro. Di questi, circa 3,4 milioni sono riconducibili alle aliquote standard, mentre gli altri 600 milioni derivano dagli aumenti stabiliti dai comuni. 

L'importo che sarà necessario per sospendere la prima rata dell'imposta dipende, appunto, dal tipo di intervento scelto dall'erario; se deciderà di accollarsi il peso complessivo dell'imposta, attraverso un'anticipazione di cassa che comprenda comuni anche le variazioni applicate dagli enti, la cifra da versare si avvicinerà al tetto massimo.

Ma se deciderà di non accollarsi anche gli aumenti stabiliti dai singoli comuni, attraverso le variazioni delle aliquote, la sospensione dell'imposta costerà decisamente di meno. 

La rata media pagata ammonta a 225 euro ma i dati dell'Agenzia del territorio dimostrano il 10% dei proprietari versa da solo oltre la metà del gettito complessivo (57,3%). Inoltre un terzo del gettito Imu sulla prima casa deriva da 4 grandi comuni che sono: Roma, Torino, Genova e Napoli. Mentre circa un quarto delle abitazioni principali, per effetto della detrazione, risulta esente dal pagamento.

Nel 2007, ultimo anno di applicazione dell'Ici sulle prime case, il gettito era stato di circa 3,3 miliardi. In linea anche il numero dei contribuenti e il versamento medio. La decisione del governo Letta, di inserire la sospensione dell'Imu tra i primi interventi dell'esecutivo, non sorprende affatto vista l'avversione degli italiani nei confronti dell'imposta. Secondo il rapporto Italia 2013 dell'Eurispes l'imposta municipale sugli immobili viene giudicata ingiusta da tre italiani su quattro. Ici o ­Imu, si legge nel rapporto, "cambia la dicitura ma la tassa resta, caldeggiata dall'Europa, poi criticata perché nata troppo in fretta e ritenuta indice di una maggiore iniquità sociale, ha lasciato scontenti la maggior parte degli italiani".

Il 75,4% non la ritiene giusta nell'attuale contesto economico (il 56,1% per niente e il 19,3% poco). Il sentimento che gli italiani provano nei confronti dell'Imu può essere meglio compreso osservando i dati sul patrimonio immobiliare italiano: secondo i dati del rapporto sugli immobili in Italia 2013, il suo valore supera quota seimila miliardi di euro ed è pari a 4,3 volte il pil nazionale. E la casa, che rappresenta il bene più prezioso per le famiglie, copre oltre i nove decimi del totale: sono 30,6 milioni di edifici per un valore complessivo di 5.559 miliardi di euro.

Nell'ultimo anno i tributi sugli immobili, secondo i dati contenuti nel rapporto, sono aumentati del 27,37%, passando da 32,33 miliardi del 2011 a 41,18 miliardi dello scorso anno. Circa la metà del patrimonio abitativo si trova al Nord (47,8%), il 26,3% al Centro e il 25,9% al Sud. La regione dove si colloca il maggiore valore residenziale è la Lombardia, con un patrimonio di 974 miliardi di euro, seguita dal Lazio, con 875 miliardi. Le quote territoriali più elevate sono quelle della Lombardia (15,1%) e del Lazio (13,5%).

FONTE: Italia Oggi

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