venerdì 3 maggio 2013

Cartelli VENDESI abusivi e multe salate


Da diversi anni ormai esiste una normativa per l'affissione dei cartelli VENDESI che prevede multe salate e, continuamente, numerosi agenti immobiliari incorrono in sanzioni. Da gennaio 2012, inoltre, si è aggiunto l'obbligo di riportare l'indice di prestazione energetica (Ipe) sugli annunci di vendita, affissi su facciate o cancelli di edifici in città. La Fimaa a Milano ha raccolto i casi più frequenti e assiste i suoi associati nelle controversie cercando di conciliare.

Ognuno interpreta in maniera diversa la normativa (ha detto Beatrice Zanolini di Fimaa Milano) e alcuni ufficiali zelanti, hanno anche erogato multe un pò salate arrivando fino a 3.000 o 4.000 euro per cartello. In alcuni casi l'associazione si è attivata direttamente facendo dei ricorsi e ottenendo delle cancellazioni. 

Le multe più frequenti sui cartelli VENDESI, secondo la Fimaa di Milano, sono quelle per violazione del codice della strada ovvero quelli affissi su cancelli in prossimità, ad esempio, di incroci, che potrebbero distrarre i conducenti delle automobili. In uno di questi casi la multa, pari a 600 euro, faceva riferimento all'articolo 23 del Codice che vieta ogni tipo di pubblicità che "per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l'efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l'attenzione".

Lo stesso articolo sottopone inoltre l'affissione di mezzi pubblicitari visibile dalle strade "ad autorizzazione da parte dell'ente proprietario della strada nel rispetto delle presenti norme. Nell'interno dei centri abitati la competenza è dei comuni, salvo il preventivo nulla osta tecnico dell'ente proprietario se la strada è statale, regionale o provinciale". 

Quando ci si trova all'interno di un centro abitato la normativa dipende da Comune a Comune, in base al Regolamento di affissioni locale. 

Per le strade del Comune di Bologna, ad esempio, non è necessaria l'autorizzazione se gli avvisi sono entro il quarto di metro quadro (quindi non più grandi di un foglio A4 circa) e posti sull'immobile di riferimento. Il regolamento del capoluogo lombardo non differisce molto da quello emiliano, ma sul territorio ognuno fa da sé.

L'indicazione delle dimensioni ritorna anche nella normativa sull'imposta di pubblicità. Il Decreto Legislativo 15 novembre 1993, n.507, che impone il pagamento di un'imposta comunale per le affissioni pubblicitarie anche su proprietà privata, all'articolo 17 comma 1 lettera b), stabilisce la stessa esenzione: "Gli avvisi al pubblico (...) riguardanti la locazione o la compravendita degli immobili sui quali siano affissi, di superficie non superiore ad un quarto di metro quadrato". 

I cartelli VENDESI con queste caratteristiche, dunque, devono essere affissi sull'immobile oggetto dell'avviso: da qui le diciture "in questo stabile" o "in questo immobile", presenti nella maggior parte degli annunci.

Se affissi da agenzie immobiliari, i cartelli sono soggetti alle stesse regole, ma in più l'agenzia deve poter dimostrare, su richiesta delle autorità, l'avvenuta procura da parte del cliente e gli avvisi non devono essere finalizzati a promuovere il marchio dell'agenzia, altrimenti è necessaria l'autorizzazione e il pagamento dell'imposta di pubblicità

Stessa cosa per le vetrine dell'agenzia, anche se i regolamenti comunali possono cambiare le cose: Bologna, ad esempio, ha esonerato dal pagamento dell'imposta le vetrine di annunci che non contengono il marchio e il recapito della agenzia, ma solo la descrizione dell'immobile, considerando i cartelli senza logo una "esposizione di un prodotto" e non una pubblicità aziendale.
In altri Comuni, invece, l'agenzia deve pagare un tributo all'ufficio pubblicità in base alla superficie espositiva della vetrina.

Inoltre ci sono enti locali che chiedono di essere informati per l'affissione di ogni singolo cartello, indipendentemente dalle dimensioni; altri che non entrano nel dettaglio, lasciando libertà interpretativa agli agenti di polizia sul posto. 

Tanto che, in base a quanto riscontrato dalla Fimaa di Milano, si può incontrare pure l'ufficiale dell'Amsa che ritiene l'affissione "imbrattamento dei muri".

Da più di un anno inoltre, si è inserita la norma sull'obbligo di indicare la classe energetica e l'Ipe dell'immobile: anche in questo caso le Regioni hanno deliberato ciascuna per conto proprio, anche se, a fronte di presunte irregolarità, sono ancora pochi quelli multati. 

Qualche sanzione è arrivata nelle zone provinciali (informa FIMAA) dove è più facile avere la presenza degli organi di controllo sul territorio. Ma spesso loro stessi ricevono chiamate con richieste di chiarimento dagli uffici comunali, che chiedono se tale cartello è sanzionabile o no. 

La circolare non è chiara, ci sono esoneri e la confusione (con il rischio di ricorsi) è un deterrente per i controlli.

FONTE : Il Sole 24 Ore

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