martedì 12 aprile 2011

Settore immobiliare ancora in crisi

Indagine ANCE sull'andamento delle nuove costruzioni

La crescita del PIL in termini reali dell’1,3% su base annua, non ha interessato il settore delle costruzioni che, invece, rimane in una situazione di forte difficoltà. La crisi “non si è esaurita nel 2010 ma proseguirà anche nell’anno in corso”. I numeri dell’indagine Ance non lasciano dubbi: produzione in calo, compravendite stazionarie e investimenti in perdita del 17,8% dal 2008 al 2011 con picchi negativi per il comparto delle nuove abitazioni.

Perdita di investimentiSecondo le stime dell’Associazione costruttori, “gli investimenti in costruzioni a fine 2011 saranno il 2,4% in meno rispetto all’anno precedente, dopo il calo del 6,4% nel 2010, del 7,7% nel 2009 e del 2,7% nel 2008″. In quattro anni, quindi, “il settore delle costruzioni avrà perduto il 17,8% in termini di investimenti, vale a dire circa 29 miliardi di euro”, tornando a volumi di produzione osservati alla fine degli anni ’90.

Nuove abitazione, comparto peggioreParticolamente negativo è il comparto delle nuove abitazione che “in quatto anni avrà perso il 34,2% del volume di investimenti”. Inoltre riguardo al calo di produzione dal 2008, l’Ance avverte che è legato all’andamento dei permessi di costruire in progressiva diminuzione dal 2006: “nel 2005 le abitazioni progettate avevano raggiunto le 305.000 unità, nel 2008 sono state 215.000 e si stima che nel 2009 risultino pari a circa 180.000. Complessivamente nel quadriennio 2006 – 2009 si registra una flessione del 41%”.

La salute del mercato immobiliare residenzialeCome segnalato dai dati dell’Agenzia del Territorio, complessivamente il 2010 si è chiuso con un +0,4% grazie alla buona performance dei comuni capoluogo. Ma la curva delle compravendite ha disegnato durante l’anno una risalita nel primo semestre (+4,3% e +4,5% nel I e II trimestre rispetto agli stessi periodi del 2009) e un netto calo nella rimanente parte dell’anno (-2,7% e -4,1% nel III e IV trimestre rispetto all’anno precedente).
Se suddivisi per aree geografiche i risultati delle compravendite registrano un +1,2% nel nord ovest e del 3,6% nel centro. Resta invece stazionario il nord est, mentre subisce un calo del 2,7% l’area del Meridione e delle isole.

Transazioni in retromarcia: i motiviSecondo l’Ance l’andamento in positivo delle compravendite nella prima parte del 2010 può essere collegato “alla maggiore disponibilità di liquidità legata al rientro dei capitali dall’estero promosso con lo scudo fiscale”. Nei mesi seguenti invece “ha probabilmente prevalso il persistere di un clima di incertezza sia economica che finanziaria”. E può aver influito anche la manovra finanziaria (DL 78/2010) con l’introduzione di nuovi obblighi in materia di trasferimento di proprietà degli immobili relativi alla conformità catastale. Secondo l’Ance “l’entrata in vigore di tale norma può aver causato, almeno in una fase iniziale, un effetto di ‘slittamento’ di alcune compravendite ai periodi successivi”.

Mattone rimane bene rifugioIn merito all’interesse delle famiglie per gli investimenti, il rapporto Ance riporta un’indagine del Censis. Secondo l’istituto la fiducia nel mattone da parte delle famiglie rimane elevata: il 22,7% degli italiani ritiene che l’acquisto dell’abitazione sia la forma di investimento da privilegiare, contro il 21,8% che punta sulla liquidità in conto corrente e l’8,5% che preferisce azioni e quote di fondi di investimenti. Da segnalare però che ben il 39,7% di italiani dichiara di non avere risparmi da utilizzare.

Il rapporto tra domanda e offerta. Le conclusioni AnceIl quadro immobiliare disegnato dall’Ance termina con il calcolo del fabbisogno abitativo e il rapporto tra domanda e offerta: “dal confronto tra abitazioni messe in cantiere e nuove famiglie, risulta un fabbisogno potenziale non soddisfatto di circa 430.000 abitazioni”. Offerta più contenuta rispetto alla domanda è l’elemento che ha evitato lo scoppio della bolla immobiliare e dà credito alla teoria Ance: “la domanda immobiliare esiste ma le famiglie sono bloccate dalle incertezze economico-finanziarie legate alla crisi”.

Fonte : ANCE

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