lunedì 31 ottobre 2011

Crisi economica Italia 2012: per combattere l'evasione fiscale torneremo al baratto?

Un altro "taglio" ai pagamenti in contante. 

È una delle ipotesi sul tavolo del Governo che potrebbe entrare nel prossimo decreto sulla crescita. La proposta è circolata anche negli ultimi giorni nelle bozze del provvedimento e la soglia potrebbe essere portata anche a 500 euro. 

La richiesta di un altro livellamento verso il basso è stata avanzata anche dalle associazioni di categoria nel «Progetto delle imprese per l'Italia»: il manifesto per lo sviluppo sottoscritto da Abi, Ania, Alleanza delle cooperative italiane, Confindustria, Rete imprese Italia alla fine del mese scorso. Nel capitolo dedicato alla lotta all'evasione, tra gli obiettivi da mettere subito in campo c'è proprio quello di fissare a 500 euro il limite per l'utilizzo del contante e contestualmente incentivare la diffusione della moneta elettronica. La tracciabilità potrebbe scendere ancora, dopo l'ultimo intervento della manovra di Ferragosto che l'ha portata a 2.500 euro. Un trend discendente iniziato lo scorso anno con il Dl 78/2010 che aveva portato a 5mila euro la "soglia sensibile" oltre la quale scatta la segnalazione antiriciclaggio.

Ma quello sulla tracciabilità non è il solo intervento arrivato (e ulteriormente rafforzabile) con le manovre estive (Dl 98/2011 e Dl 138/2011), L'agenzia delle Entrate potrà, infatti, accedere alle informazioni raccolte dagli intermediari finanziari e trasmesse all'archivio dei rapporti così da creare liste selettive di contribuenti da sottoporre a verifica e controllo. Così l'eccessiva movimentazione sul conto corrente di danaro potrebbe essere incrociata con le dichiarazioni dei redditi presentate dal contribuente per verificarne la coerenza. L'incrocio di anomalie finanziarie con dati fiscali e risultanze patrimoniali permette l'attivazione di controlli mirati su posizioni individuali da realizzare anche con strumenti di accertamento di massa come lo spesometro e il redditometro.

A questo si aggiunge il potenziamento e l'estensione delle indagini finanziarie, arrivato sempre con gli ultimi provvedimenti. Per questo i contribuenti saranno chiamati ad agire sul doppio versante prevenzione-difesa. E una serie di accortezze in questo senso potrà rivelarsi utile su entrambi i fronti. Questo implica, in primo luogo, che i meccanismi di gestione delle proprie attività economiche e finanziarie debbano essere modificati. In particolare per imprenditori o autonomi l'amministrazione finanziaria, avvalendosi della presunzione sui prelievi, è legittimata a riclassificare come ricavi non dichiarati, ponendoli a fondamento delle rettifiche e degli accertamenti, quando il contribuenti non ne ha tenuto conto nella propria contabilità e non è in grado di risalire al beneficiario del prelievo.

Evitare un uso promiscuo dei conti correnti diviene il passo principale per fronteggiare efficacemente le contestazioni: occorre modificare comportamenti e attitudini che rischiano, al di là di un'effettiva evasione, di rendere complicato al contribuente, se non addirittura impossibile, fornire una prova contraria alle ricostruzioni del fisco. Sarà perciò necessario gestire separatamente i conti personali rispetto ai conti d'impresa o professionali. Le somme che alimentano i conti personali dovranno inoltre essere sempre costituite o da trasferimenti tracciabili dal conto professionale o d'impresa o da passaggi sempre documentati o documentabili. Evitare di prelevare dai conti d'impresa o professionali per cassa costituisce un'ulteriore cautela che sarebbe opportuno adottare, in quanto il più delle volte sarà impossibile a posteriori dimostrare l'uso delle somme prelevate.

Va poi tenuto ulteriormente conto che l'amministrazione finanziaria (ed è stato confermato dalla più recente giurisprudenza di legittimità) può estendere gli accertamenti anche a conti cointestati con soggetti terzi rispetto al contribuente verificato o a conti correnti intestati esclusivamente a terzi. In questi casi si deve fornire un'idonea prova analitica della riferibilità delle movimentazioni bancarie, distinguendo quelle riconducibili esclusivamente alla propria attività da quelle di competenza di terzi.

Fonte: Il Sole 24 Ore

4 commenti:

  1. Limitiamo il contante e incentiviamo la moneta elettronica!
    Certo, subito, dall'oggi al domani cambiamo sistema e diremo ai pensionati di non andare più a ritirare la pensione alla Posta perché la frutta, la verdura, il pane ed il latte ormai li possono pagare solo col bancomat o con la carta di credito...
    Facile no? Ma in che mondo vive questa gente?
    Si dimenticano sempre che l'Italia è un Paese di anziani che non hanno dimestichezza con i pagamenti on-line, i bancomat, le carte di credito e spesso perfino gli assegni...
    D'altra parte molti negozi e ristoranti non hanno neanche il servizio bancomat o carta di credito (e si deve quindi pagare in contanti)e la cosa non è limitata all'Italia, basta infatti girare un po' all'estero e, anche senza andare troppo lontano, già in Francia o Germania spesso è possibile pagare solo con contante perfino gli alberghi!
    D'altra parte non tutti sono industriali o professionisti che frequentano alberghi o ristoranti a 4 o 5 stelle dove, anzi, visti i salati importi, sono preferiti i pagamenti con mezzi elettronici.
    Per cui, se diventerà sempre più difficile pagare in contanti (già che ci siamo perché non abbassare la soglia addirittura a 100 Euro così non ci rimettiamo le mani un'altra volta?), non ci resterà altro che il baratto e allora voglio proprio vedere come si scoprirà l'evasione fiscale!

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  2. ma cosa dici!!! che la frutta la verdura il pane costa piu' di mille euro (povera italia)

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  3. La notizia risale allo scorso ottobre quando circolava l'ipotesi di portare il limite a 200 - 300 Euro, cosa per fortuna non attuata...

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