mercoledì 13 febbraio 2013

TARES la nuova imposta


Si pagherà dal 2013 la nuova tassa prevista dal decreto Salva-Italia che sostituirà la Tarsu e la Tia. 

La Tares interessa chiunque possieda o detenga locali suscettibili di produrre rifiuti, ma peserà in modo particolare sulle famiglie numerose e sulle imprese. Il pagamento delle quattro rate annuali, che doveva iniziare a gennaio 2013, slitta, secondo un emendamento alle legge di stabilità, ad aprile.

Come funziona
La Tares dovrà coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni, che oggi si ferma in media al 79% con picchi massini che toccano il 91%. Inoltre la Tares dovrà finanziare anche i “servizi indivisibili” forniti dall’ente locale come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale, le aree verdi. 
Le risorse necessarie per coprire tali spese verranno dall’aumento di 30-40 centesimi al metro quadro. In sostanza, il corrispettivo per i servizi indivisibili porterà un incremento stimato di circa il 14% per una famiglia di tre componenti, ma in caso d’adozione dell’aliquota massima può arrivare anche al 19%.

Pagamento della prima rata
Il pagamento della prima rata della Tares, previsto secondo la legge che l’ha introdotta a gennaio 2013, slitterà invece ad aprile. Così ha stabilito un emendamento alla legge di stabilità del governo Monti che ha concesso qualche mese in più per il primo pagamento. Inizialmente la Tares si baserà sulle superfici dichiarate per la Tarsu o la Tia. La Tares avrà la sua base imponibile, pari all’80% della superficie catastale dell’immobile, quando verrà attivata l’interazione dei dati tra catasto e comuni. In sostanza, le prime tre rate si baseranno sugli importi pagati come Tarsu e Tia nell’anno passato a cui si sommano i 30 (o 40) centesimi al metro per i servizi indivisibili. 
Come per l’Imu, anche per la Tares il saldo di dicembre potrebbe essere più salato in base a ciò che stabiliranno le amministrazioni comunali.

Quanto costerà
I parametri su cui si basa la Tares ne aggraveranno il peso sull’economia della famiglie italiane, soprattutto quelle più numerose. 
Oltre all’incremento di 30-40 centesimi per il finanziamento dei servizi indivisibili che peserà su tutti in maniera indiscriminata, c'è anche il cambiamento legato alla redistribuzione del carico in base alla tipologia di nucleo familiare. Da alcuni studi emerge che in base ai criteri di redistribuzione, l’aggravio sarà più significativo all’aumentare del numero dei componenti del nucleo familiare: le famiglie di 5 e più componenti subiranno infatti un incremento medio di quasi il 30 per cento. Al contrario, le famiglie poco numerose potrebbero registrare un beneficio e quelle costituite da un solo componente potrebbero risparmiare circa il 3 per cento.

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