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martedì 7 gennaio 2014

Mercato immobiliare: attesi prezzi in discesa nel 2014 (-3/5%)

Le previsioni degli operatori di settore

La flessione più contenuta delle compravendite da maggio 2013 (il Cresme stima una crescita di transazioni del 6% nell'ultimo trimestre dell'anno sullo stesso periodo 2012 e un assestamento nelle costruzioni) e lo spiraglio aperto dalle banche nelle ultime settimane sul fronte erogazione dei mutui fanno sperare quantomeno in una stabilizzazione del mattone residenziale.

"Per il prossimo triennio abbiamo fatto uno sforzo di ottimismo (spiega Luca Dondi, direttore generale di Nomisma), anche se il quadro è ancora di difficile interpretazione". Il lieve miglioramento nelle erogazioni induce a pensare che il punto di maggiore selettività nella concessione di prestiti sia stato superato alla fine del primo semestre di quest'anno. Secondo lui questo dovrebbe riflettersi, dall'ultimo trimestre del 2013, in un andamento positivo sulle compravendite. 

Sul fronte transazioni, tra il secondo e il terzo trimestre 2013, si è toccato il punto più basso. Non si sa se 407.000 compravendite a fine anno sia un dato ottimistico.

In questo contesto il trend dei prezzi è al ribasso: le previsioni di Nomisma, basate su prezzi nominali (che non tengono conto dell'inflazione, oggi contenuta sull'1,6-1,7%), vedono quotazioni in calo nel 2014 del 3,10 per cento. Della tendenza negativa si riduce l'entità, mentre il divario tra le grandi città e la provincia è sempre più ampio. 

Secondo Dondi,a ripartire in genere sono i grandi centri e poi si mette in moto anche il resto del mercato, con un ritardo di qualche semestre. Oggi l'indice di liquidità del mercato elaborato da Nomisma si trova su livelli massimi perché non incorpora ancora i timidi segnali di miglioramento. 

E si è interrotta la tendenza all'ampliamento cosicché in alcuni casi lo sconto si riduce perché i prezzi di vendita incorporano già una svalutazione fatta dal venditore.

Più positivi i dati di Scenari Immobiliari, con una sostanziale stabilità delle quotazioni per l'anno prossimo.

Anche Tecnocasa rileva un lieve miglioramento a partire dalla scorsa primavera. Secondo l'Ufficio Studi nell'anno che sta per concludersi il mercato immobiliare ha dato ancora segnali di contrazione sia a livello di prezzi sia a livello di compravendite anche se, dal secondo trimestre dell'anno, gli operatori hanno iniziato a riscontrare una lieve ripresa della volontà di acquisto. L'anno in arrivo potrebbe non essere diverso, soprattutto se non ci saranno cambiamenti nell'erogazione del credito e sul fronte occupazione, i due elementi che più hanno inciso in questi anni sull'andamento del mercato. 

Nelle grandi città per il 2014 Tecnocasa prevede una contrazione dei valori del mattone tra -4% e -2 per cento. 

Stessa previsione da Immobiliare.it, che stima un calo dei prezzi tra il 2 e il 4% per l'anno prossimo.
Milano su tutte sarà la città che terrà meglio i prezzi. Qui l'agenzia delle Entrate ha registrato un incremento delle compravendite nel terzo trimestre 2013 del 9,4% rispetto allo stesso periodo 2012. In queste realtà gli operatori notano un maggior dinamismo: torna l'interesse all'acquisto sia da parte delle famiglie sia da parte degli investitori. Più complessa la situazione nell'hinterland delle grandi città e nei capoluoghi di provincia, dove - in alcuni casi - il calo dei prezzi potrebbe anche superare il 4-5 per cento.

Da idealista.it sottolineano le condizioni migliori per comprare: l'imposta di registro scesa per la prima abitazione al 2% dal precedente 3%, il calo delle imposte ipotecarie e catastali, il mantenimento degli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni dovrebbero determinare un miglioramento delle compravendite a partire dalla metà del 2014. Tuttavia la tendenza al repricing degli ultimi anni non si fermerà provocando un ulteriore aggiustamento dei prezzi nei prossimi due anni.

Secondo Gabetti siamo in una fase di potenziale ripartenza grazie al rallentamento della velocità della discesa delle compravendite. Soffre ancora molto la fascia bassa del mercato, dove non esiste a oggi domanda.

Fonte: Il Sole 24 Ore

giovedì 24 ottobre 2013

2013 Indagine Tecnoborsa. Mercato immobiliare nelle sei maggiori città italiane e previsioni 2014

Comportamenti delle famiglie e previsioni 2014

Meno compravendite e più locazioni.

La ricerca ha analizzato le transazioni relative al settore residenziale effettuate dalle famiglie che vivono nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova) negli anni 2011-2012 e quelle previste per il 2013-2014.

In occasione della presentazione della ricerca, lo  scorso 11 ottobre a Roma,il presidente di Tecnoborsa Valter Giammaria ha affermato: “Nel biennio appena trascorso solo il 4,4% degli intervistati ha acquistato un’abitazione e, rispetto all’Indagine 2011 c’è stato un calo di 0,3 punti percentuali (ossia del -6,4%). Tra le grandi città la più attiva è stata Roma con il 5,8% di transazioni per acquisti di immobili”.

Utilizzo dell'immobile da parte delle famiglie acquirenti

- Abitazione principale (81,6%), motivazione in salita, che sale riporta ai valori del 2005;
- seconda casa vacanze (11,2%) e desiderio di effettuare un investimento (5,9%), (entrambe le percentuali sono rimaste invariate rispetto al 2011);
- seconda casa per parenti prossimi (1,4%). Questa quota rappresenta un minimo storico, scendendo di ben 5,3 punti percentuali rispetto all’Indagine precedente.

Motivi di scelta nella scelta dell’abitazione principale. 

I fattori determinanti per l'acquisto sono stati i seguenti:

- dimensione (70,9%);
- vicinanza al luogo di lavoro (44,5%);
- vicinanza a servizi e alle aree commerciali (40,4%);
- comfort e qualità delle rifiniture (40,4%);
- prezzo (37,3%);
- ubicazione in zona centrale (27,4%);
- vicinanza ai parenti prossimi (25%);
- vicinanza ad aree verdi (25%);
- vicinanza dei trasporti pubblici (24%);
- tranquillità della zona (22,9%);
- facilità di parcheggio (16,1%);
- ubicazione in zona periferica (12%);
- ubicazione in zona vicina alle principali vie di comunicazione (11,6%).

Meno appetibili invece sono risultate l’ubicazione in zona in fase di riqualificazione e le caratteristiche orientate al risparmio energetico.

Questo evidenzia come, seppure gli italiani stiano diventando più sensibili a questo date, ancora oggi non risulta determinante nella scelta della casa da acquistare.

Il taglio più richiesto.

- Bilocale (28,5%) è ancora il più richiesto;
- trilocale (27,7%), abbastanza richiesto ma in calo rispetto alle rilevazioni precedenti;
- quadrilocali (25,1%) e quelli con 5 e più vani (10,6%) a seguire.

Solo l’8,1% ha comprato monolocali, anche se è la percentuale più elevata riscontrata dal 2005 a oggi.

Stato dell’immobile.

Rilevante la preferenza per quelli abitabili o da ristrutturare:

- il 13,4% ha acquistato un immobile nuovo;
- il 24,9% uno ristrutturato;
- il 33,2% uno abitabile;
- il 28,5% uno da ristrutturare.

Secondo il presidente di Tecnoborsa “Questo dipende molto probabilmente dal fatto che gli alloggi che non sono in buone condizioni costano meno al momento dell’acquisto e possono essere poi ristrutturati in un secondo tempo, anche ricorrendo agli incentivi fiscali che hanno riscosso un discreto successo negli ultimi anni grazie alla loro inconfutabile convenienza”.

Le vendite.

Solo il 2,8% degli intervistati ha venduto almeno un’abitazione nel biennio 2011-2012, valore inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quello rilevato nell’Indagine precedente.

Le vendite avvenute hanno riguardato prevalentemente:

- le abitazioni principali (55,5% di coloro che hanno venduto), fenomeno fortemente in crescita rispetto all’Indagine 2011, anche se non si sono raggiunti i valori del 2009;
- le abitazioni tenute per parenti prossimi (25%);
- le seconde case destinate alle vacanze (17,5%);
- le case per investimento (2%).

Dal confronto con il 2011 emerge che è aumentata la percentuale di chi ha venduto una casa per parenti prossimi e l’abitazione principale, mentre è scesa in modo significativo quella di chi ha ceduto una casa acquistata per investimento.

Motivo della vendita

- Predominante  la sostituzione con un’altra abitazione principale (41,5%);
- elevata anche la quota di chi ha venduto per bisogno di liquidità (38%); 

a seguire, con valori molto inferiori:

- per fare altri investimenti immobiliari (10%);
- per effettuare investimenti finanziari (7%);
- per acquistare una seconda casa vacanze (2%), o per parenti prossimi (1,5%).

Rispetto al biennio precedente risultano aumentate le percentuali di chi ha venduto per fare investimenti alternativi o per l’esigenza di svincolare ricchezza.
Per contro, sono diminuite le quote legate alle altre motivazioni e questo, molto probabilmente, è legato all’aumento del costo delle seconde case, per cui le famiglie sono propense a tenere solo quelle a reddito.

Dall’incrocio tra il tipo di abitazione venduta e il motivo della vendita è emerso che il 70,3% di coloro che hanno venduto un’abitazione principale l’hanno fatto per acquistare un’altra abitazione principale, mentre il 20,7% per bisogno di liquidità; quest’ultimo dato è abbastanza allarmante, perché anche coloro che hanno ceduto altre tipologie di abitazione lo hanno fatto principalmente per svincolare ricchezza.

Il mercato delle locazioni : la domanda.

Il 3% degli intervistati ha preso in affitto un immobile nel biennio considerato, e sono state per lo più coppie giovani senza figli che prendono in locazione una casa per creare un nuovo nucleo familiare, non potendola acquistare visto che i capofamiglia svolgono professioni non altamente remunerate; oppure persone mature con un buon titolo di studio e con occupazioni dirigenziali che molto probabilmente affittano un immobile per esigenze lavorative. Le città più attive sono state Milano e Torino.
Rispetto all’Indagine precedente il fenomeno ha subito una crescita di 0,7 punti percentuali.

L’offerta.

Nel biennio 2011-2012 sono saliti coloro che hanno dato in locazione un bene (2,8%), con un lieve incremento della quota di chi ha affittato un immobile rispetto a quanto rilevato nelle due Indagini precedenti, perché le famiglie preferiscono mettere a reddito un immobile inutilizzato, anche a seguito dell’inasprimento fiscale.

I mutui

Tra coloro che hanno acquistato una casa, il 49,2% ha dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento o a un mutuo, “valore decisamente inferiore a quelli riscontrati in passato; va segnalato che per tutto il 2011-2012 è continuato il trend decrescente delle famiglie che hanno fatto ricorso a una forma di finanziamento per comprare un’abitazione, dato suffragato anche dalle fonti bancarie ufficiali”, ha dichiarato Giammaria, presidente Tecnoborsa.

Prevalentemente, ricorrono ai mutui/finanziamenti:

- il 58,2% di coloro che hanno acquistato un’abitazione principale;
- il 19% di chi lo ha fatto per investimento;
- il 5% di chi ha preso una seconda casa vacanze.

In pratica, ci si indebita o per mettere a reddito o per acquistare un’abitazione principale.

Differenze rispetto al 2011:

- è cresciuta la quota di coloro che hanno acceso un mutuo compreso tra il 21% e il 40% del prezzo pagato per l’immobile;
- sono scesi notevolmente coloro che hanno preso un mutuo che copre dal 41% al 60% (28,1%);
- bassissima è la percentuale di chi ha scelto un finanziamento che va dal 41% al 60% del valore del bene acquistato
.
Non risultano mutui che coprano oltre il 60% del prezzo pagato, dato coerente con le politiche restrittive adottate dagli istituti di credito negli ultimi anni.
Circa l’86% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni ha impegnato mediamente fino al 40% del proprio reddito annuo per il pagamento delle rate, il che denota una certa prudenza sia da parte dell’istituto che eroga il finanziamento sia da parte delle famiglie.
Il 13% ha impegnato per la rata dal 40% al 50% del proprio reddito; solo l’1,1% oltre il 50%.

Dall’analisi delle garanzie richieste dagli istituti di credito è emerso che nel 32% dei casi, oltre all’ipoteca sul bene acquistato, è stata richiesta dalla banca una garanzia aggiuntiva:

- un 19,6% di costoro ha dovuto fornire un’ulteriore garanzia ipotecando anche un secondo bene;
- un 30,4% è ricorso alla fidejussione bancaria di un terzo;
- ben il 62,5% ha dovuto sottoscrivere una polizza assicurativa a copertura di parte del capitale erogato.

Previsioni per il biennio 2013-2014

L’1,8% degli intervistati dichiara di avere intenzione di acquistare un’abitazione e, dalla comparazione con le precedenti Indagini sulle sei grandi città si evidenzia quanto già registrato per le transazioni nel loro complesso: continua il trend decrescente della quota di chi ha intenzione di acquistare. Tuttavia, le città più attive dovrebbero essere Napoli e Milano.

Perché comprare

Chi pensa di farlo è spinto dalla necessità di acquistare un’abitazione principale (56,2%), quindi, chi acquisterà nel prossimo futuro lo farà prevalentemente per la necessità di avere una casa propria o per migliorare le proprie condizioni abitative.
Al secondo posto, con un notevole divario, si trova chi pensa di acquistare per investire il proprio capitale (24,6%), seguito da coloro che intendono acquistare una seconda casa per parenti prossimi (12,7%). Infine, vi sono coloro che vorrebbero acquistare la seconda casa per le vacanze (6,5%).
Rispetto all’Indagine 2011 è scesa notevolmente la quota di chi vorrebbe prendere una seconda casa per vacanze ed è stato registrato un calo anche tra chi pensa di prenderne una per investimento; viceversa, è salita la quota di chi pensa di acquistare un’abitazione principale o per parenti prossimi.

Perché vendere

Nel biennio 2013-2014 solo l’1,8% delle famiglie intervistate ha intenzione di vendere un immobile e le città in cui ci saranno più offerte di vendita dovrebbero essere Roma e Torino.
Il Presidente di Tecnoborsa ha sottolineato: “In termini di intenzioni, il mercato delle compravendite immobiliari sembra stia raggiungendo un punto di equilibrio; infatti, la percentuale di famiglie che hanno dichiarato le intenzioni di acquisto uguaglia le intenzioni di vendita, mentre nel 2011 il gap era di 2,2 punti percentuali, nel 2007 di 4,2 punti e nel 2005 di 10 punti”.

- La motivazione predominante che induce alla vendita di un’abitazione è l’esigenza di acquistare un’altra abitazione principale (48,3%);
- al secondo posto c’è chi pensa di vendere per bisogno di liquidità (32,3%);
- al terzo posto chi intende vendere per fare altri investimenti immobiliari (9,7%);
- al quarto posto, a parità di punteggio, c’è chi pensa di cedere un’abitazione per fare investimenti finanziari (6,5%), 
- seguito da chi vorrebbe acquistare una seconda casa per parenti prossimi (3,1%);
Nessuno prevede di vendere per prendere una seconda casa vacanze.

In base al confronto con l’ultima Indagine, è scesa notevolmente la quota di chi intende vendere per fare altri investimenti immobiliari o per acquistare una seconda casa per parenti prossimi e/o vacanze; sale, invece, la percentuale di chi pensa di vendere per sostituire l’abitazione principale, mentre non compaiono variazioni significative per le altre motivazioni.

Fonti: TECNOBORSA, Newsattico.it