venerdì 20 aprile 2012

IMU seconda casa : secondo il Censis i prezzi scenderanno almeno del 20%

La seconda casa per gli italiani, con la batosta Imu, sembra diventare un lusso: chi ha un immobile in locazione comprato con i risparmi di una vita e sfruttato come modesto investimento potrebbe "arrendersi" al peso delle tasse e vendere.
La conseguenza diretta potre allora essere un calo del 20% del valore degli immobili in vendita, con picchi fino al 50%. Questa la sintesi piuttosto allarmante ricavabile dai dati del periodico Outlook sui consumi effettuato su un campione di 1200 nuclei familiari dal Censis Confcommercio.

Mercato immobiliare e Imu: primo calo significativo dal lontano 1992
I dati relativi al mercato immobiliare evidenziano che, con il ristagno dei redditi, solamente il 9,8% delle famiglie riesce ad accumulare risparmi (circa un terzo rispetto al 28% registrato lo scorso giugno). E il 41,1% delle famiglie intervistate ammette di aver già ravvisato una tendenza di flessione dei prezzi degli immobili in vendita. L’ultimo importante calo delle quotazioni è stato registrato nei primi anni novanta quando la deflessione raggiunse il 60%.

Le previsioni Censis sono solo allarmismo per gli italiani
I dati del Censi spaventano? Secondo alcuni analisti del settore non c’è ragione di cedere a questo clima di allarmismo volutamente creato. Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari, non condivide l’analisi pessimistica del Censis e conferma una certa stabilità del mercato immobiliare. Anzi Breglia ha ravvisato riprese interessanti delle quotazioni nei centri storici confermate dalla Borsa immobiliare. Più critica la situazione nei centri più piccoli e marginali dove si è costruito oltre l’effettiva domanda e quindi, nonostante i prezzi molto bassi, sussistono difficoltà di vendita. Ma questo ha poco a che vedere con l’Imu ed è una situazione che si verifica ovunque e ogni qualvolta che la domanda non sia proporzionale all’offerta (come è accaduto anche in alcune città spagnole).
L’effetto dell’Imu, secondo Breglia, non sarebbe tanto la propensione alla svendita delle seconde case, quanto piuttosto un freno per gli acquisti da parte dei ceti più poveri. La situazione attuale, e in vista dell’Imu, sarebbe quindi tornata quella degli anni ’90, con il mercato immobiliare gestito da una nicchia di imprenditori: "compra chi ha i soldi e non ha bisogno del mutuo".

Investire in immobili all’estero
Ma c’è anche un’altra conseguenza della quale si parla meno: chi vuole investire nel mercato immobiliare lo fa all’estero. Nel 2011 gli italiani sono stati ad esempio il popolo che ha maggiormente investito nell’acquisto di case a Parigi, dopo ovviamente i francesi. Già dal 2010 è stato riscontrato che nella maggior parte dei casi le seconde case sono ubicate all’estero, in particolare Spagna, Grecia, Londra e Francia.

Fonte: Investire Oggi

giovedì 19 aprile 2012

Come cambierà il Catasto

La Delega Fiscale ha delineato uno sdoppiamento dei dati catastali che riempirà di lavoro l'agenzia del Territorio (appena reduce dal censimento delle case fantasma). Ma come sarà possibile effettuare in tempi brevi una ricognizione su 60 milioni di unità immobiliari?
Il progetto è complesso: cancellare i vani, la categorie e le classi (ridotte a poche unità) e sostituire il sistema dei vani con i metri quadrati. E tra gli effetti ci sarebbe anche quello di eliminare le sperequazioni dell'Imu.  Sull'ultimo passaggio, quello dei metri quadrati, il Catasto è pronto da tempo, avendo già ricostruito le mappe in scala ma il resto non è semplice. La valutazione del singolo immobile richiederebbe infatti una ricognizione diretta. Oppure l'assunzione di informazioni di prima mano dettagliate e attendibili.
In realtà, l'aiuto potrebbe venire dai Comuni: gli ottomila campanili potrebbero infatti attivarsi per fare  l'allineamento tra i dati urbanistico-edilizie e quelli catastali, segnalando al Catasto le modifiche mai registrate. Ma soprattutto comunicando gli aspetti presenti nell'algoritmo che verrà utilizzato per calcolare il "valore patrimoniale" che gli uffici del Territorio si trovano nell'impossibilità di verificare. A esempio l'affaccio, lo stato di manutenzione, l'esposizione dell'immobile  che in un progetto edilizio sono facilmente riscontrabili ma in una mappa catastale no.

Il nuovo catasto, quando diventerà operativo, dovrà dare a ciascuna unità due valori: il nuovo "valore patrimoniale" e la nuova "rendita catastale".

Il valore patrimoniale 
È la novità della riforma. Sarà determinato partendo dai valori di mercato al metro quadrato per la tipologia immobiliare relativa rilevati, con ogni probabilità, dall'Omi (Osservatorio immobiliare dell'agenzia del Territorio). A questo primo dato di fatto si applicheranno poi una serie di coefficienti in successione: le scale, l'anno di costruzione, il piano, l'esposizione, il riscontro d'aria, l'affaccio, l'ascensore o meno, il riscaldamento centrale o autonomo (quest'ultimo abbassa il valore), lo stato di manutenzione. Tutti questi coefficienti daranno vita a un algoritmo che cambierà anche in modo sostanziale il valore al metro quadrato di partenza, in genere abbassandolo o, nella migliore delle ipotesi, mantenendolo inalterato. A questo punto il valore così "rettificato" dovrà essere moltiplicato per il numero dei metri quadrati rilevati secondo la metodologia catastale (piuttosto diversa e più realistica di quella usata comunemente dalle agenzie immobiliari) e il risultato sarà, appunto il "valore patrimoniale".

La rendita catastale 
La nuova rendita partirà dai valori locativi annui espressi al metro quadrato (anch'essi reperibili come dati Omi), ai quali si applicherà una riduzione derivante dalle spese: manutenzione straordinaria, amministrazione, assicurazioni, adeguamenti tecnici di legge, eccetera. Queste si aggireranno, mediamente, sul 47-52 per cento. A questo punto il valore annuo al metro quadro verrà moltiplicato per la superficie e il risultato sarà la nuova "rendita catastale".

Fonte: Il Sole 24 Ore

sabato 14 aprile 2012

Mercato immobiliare : la Repubblica Dominicana

INVESTIRE NELLA REPUBBLICA DOMINICANA

La Repubblica Dominicana è sicuramente uno dei paesi al mondo dove attualmente investire in immobili è più vantaggioso che in molti altri posti. Innanzi tutto essendo il paese in forte sviluppo le costruzioni e i progetti sono moltissimi e considerando il basso costo della mano d'opera anche i prezzi al metro quadrato sono notevolmente convenienti.
 
C'è un risparmio di un buon 40% rispetto all'Italia e agli altri paesi europei. Inoltre la tasse fisse sugli immobili non esistono, si paga infatti solo un 4% del valore dichiarato al momento dell'acquisto e niente altro.

Il livello e le capacità di costruire sono migliorate in questi ultimi anni e ora si possono acquistare case costruite con criteri occidentali praticamente uguali a quelle a cui siamo
abituati noi europei. 

Le zone in cui investire meglio in Repubblica Dominicana sono senza dubbio quelle di mare in particolar modo la zona della parte sud che si affaccia direttamente sul Mar del Caribe, contraddistinta da spiagge con sabbia bianchissima e mare azzurrissimo. Questa area si chiama Dominicus Americanus dove più dell’80 % dei residenti sono Italiani. Il Dominicus Americanus si trova a pochi Km dal villaggio di pescatori chiamato Bayahibe.
I posti sono meravigliosi e che a partire da un prezzo equivalente a quello che potrebbe costare un garage in città nel nostro paese in Repubblica Dominicana si può diventare proprietari di una casa in zona mare dove passare il tempo che vorrete e quando lo vorrete.

La rivalutazione degli immobili con il veloce andamento delle costruzioni e lo sviluppo
dell'intero paese si può considerare intorno al 30% in tre anni dal momento dell'acquisto.

Tutto ciò farà si che i prezzi di appartamenti, case e terreni continuerà a crescere nei
prossimi anni, con previsioni del 35% annuo.

La politica Dominicana è a favore degli investimenti stranieri, e grazie ad una repubblica
con un governo stabile, la posizione geografica, e leggi che incoraggiano e proteggono gli
investimenti stranieri, è uno dei posti più interessanti al momento per chi cerca un investimento sicuro con un alto rendimento, sia in termini di rivalutazione che in prospettiva di affittare la proprietà, sia a turisti che a persone che risiedono stabilmente o per lunghi periodi dell’anno.
 
Non vi è quindi alcuna restrizione per uno straniero che vuole acquistare immobili o terreni in Repubblica Dominicana. 

In circa 10 anni  nell’area del Dominicus Americanus (Bayahibe) i prezzi degli appartamenti e dei terreni sono cresciuti a livello esponenziale quindi se  5 o 6 anni fa per acquistare un appartamento servivano circa 700/800 $ (dollari) al metro quadro oggi per gli stessi appartamenti occorrono 1700/1800 $ al metro quadro.

Fonte: Los Flamencos

Mercato Immobiliare : Grecia in difficoltà

L'andamento del mercato immobiliare della Penisola non sembra al momento destinato ad una rapida ripresa. Secondo quanto afferma una recentissima ricerca infatti, i prezzi delle proprietà immobiliari greche sarebbero destinati a subire un’ulteriore contrazione nel corso del 2012 che si preannuncia particolarmente arduo.
I valori commerciali delle abitazioni della Grecia dovrebbero infatti calare di prezzo di una proporzione compresa tra un minimo di 5% ed un massimo del 10%, con proporzioni di deprezzamento che potrebbero sforare la doppia cifra nell’ipotesi di proprietà immobiliari di vecchia data.

Secondo quanto rivela un sondaggio piuttosto recente compiuto dalla Eurobank EFG, i prezzi immobiliari greci avrebbero già perso oltre il 14% del proprio valore massimo del 2008, tornando di fatto ai livelli di sette anni fa. Un’analisi condotta dagli operatori immobiliari della società di consulenza e di intermediazione Knight Frank afferma invece che la caduta dei prezzi delle case negli ultimi tre anni è stata pari a quella irlandese del 2011, con una contrazione pari al 10,4% per le case di nuova costruzione, e del 15,8% per le case di vecchia costruzione.

Il 2012 potrebbe pertanto replicare tali percentuali, soprattutto se i capitali stranieri vorranno tenersi alla larga dal Paese, ancora in preda ai tentativi di una risoluzione delle proprie consolidate difficoltà.


Fonte: iocercocasa

Mercato immobiliare: Spagna ancora in difficoltà

Le statistiche ufficiali sull’andamento del mercato immobiliare spagnolo nel corso del 2011 hanno confermato le straordinarie difficoltà cui sta andando incontro il real estate del Paese iberico, che ha chiuso lo scorso anno con un saldo nettamente negativo sia per quanto concerne l’andamento delle transazioni di compravendita, sia per quanto concerne i valori commerciali di conclusione dei contratti di acquisto delle proprietà abitative. E il 2012, almeno stando ai primi dati, non sembra migliore.

L’Istituto Nazionale di Statistica (INE) di Madrid ha attestato infatti un calo delle vendite di abitazioni pari al 17,7%, dopo che il 2010 aveva vissuto una leggera ripresa (+ 6,8%) più che altro detrminata dal crollo dell’esercizio ancora precedente. Il totale delle case vendute in Spagna è stato pari a 361.831 unità, meno della metà dell’ammontare che era stato riscontrato nell’ultimo anno antecedente all’esplosione della crisi economico finanziari del 2008.

La maggioranza degli studi diffusi all’interno dei confini spagnoli afferma comunque che  il mercato immobiliare iberico potrebbe peggiorare ulteriormente, a causa di una scarsa crescita dell’economia locale (+ 0,7% nel 2011) che dovrebbe invertire la tendenza, e accomodarsi in fase recessiva, per il 2012 da poco cominciato .

Per quanto concerne il settore immobiliare, a dicembre 2011 le transazioni erano state solo 23.255, il 15,6% in meno rispetto a quelle rilevate a novembre, e il 25,3% in meno rispetto a quelle di dicembre 2010. Per quanto riguarda infine l’offerta di mercato, si stima che in Spagna vi siano almeno 1,5 milioni di abitazioni in attesa di essere vendute.


Fonte: iocomprocasa

Mercato immobiliare: in crescita investimenti in Brasile


Recenti previsioni danno ancora in crescita i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Brasile per il 2012, seppur con ritmi decisamente inferiori a quanto riscontrato nel corso degli esercizi precedenti. Un sondaggio compiuto tra alcuni esperti finanziari auspica infatti una crescita dei valori commerciali compresa tra un minimo di 5 e un massimo di 10 punti percentuali, con il pericolo, tuttavia, di finire in una pericolosa bolla speculativa.

Traino della crescita del mercato immobiliare brasiliano è la locale “classe media”, il cui reddito e il tenore di vita è significativamente migliorato negli ultimi anni, con un numero sempre crescente di persone che ha scelto di abbandonare la strada della locazione per decidere di acquistare una propria prima casa, contribuendo in tal modo ad innescare pressioni al rialzo  dei prezzi delle proprietà abitative del Paese sud americano.

Il mercato immobiliare brasiliano,
inoltre, sta diventando sensibilmente più maturo, con una contrazione delle aree dedicate ai sobborghi più poveri (che, ad ogni modo, continuano a persistere e a interessare una fascia discretamente vasta della popolazione nazionale). I prezzi dovrebbero inoltre raggiungere una propria stabilizzazione nel medio periodo.

A San Paolo, la più grande città brasiliana, i prezzi delle nuove case sono cresciuti dell’85% da aprile 2009 a ottobre 2011, con una media di 6.019 reais a metro quadro (circa 3.250 dollari). L’inflazione, nello stesso periodo, è invece cresciuta di quasi il 15 %. Diversi i fattori strumentali a supporto di tale performance, che tuttavia non dovrebbe riproporsi, almeno in tali proporzioni, nel 2012 appena iniziato.

Dei quattordici esperti consultati, solamente tre sostengono che i valori delle case cresceranno oltre il 10%, mentre undici sono convinti che l’incremento dei prezzi si aggirerà tra il 5 ed il 10%.


Fonte: iocomprocasa

martedì 10 aprile 2012

Piano Casa Marche: proroga a tutto il 2013

Slittamento dei termini, nuovi premi volumetrici e lotta al dissesto idrogeologico nella legge sulla riqualificazione urbana
Prorogato a dicembre 2013 il Piano Casa delle Marche. Lo slittamento dei termini è stato inserito nella Legge Regionale 22/2011 sulla riqualificazione urbana che, oltre ad apportare modifiche alla legge urbanistica, ha ritoccato il Piano Casa del 2009, già rivisto dalla LR 19/2010.

In base alle ultime modifiche, il termine per la presentazione delle istanze di ampliamento e sostituzione edilizia era stato fissato al 30 giugno 2012.

La proroga approvata prevede invece che le domande possano essere inoltrate fino all’entrata in vigore della legge regionale organica per il governo del territorio e comunque non oltre il 31 dicembre 2013.

La nuova legge regionale attua inoltre il
DL Sviluppo 70/2011 per la razionalizzazione del patrimonio edilizio e la riqualificazione delle aree degradate, che prevede premi volumetrici per incentivare la delocalizzazione dei tessuti edilizi disorganici.

La norma per la riqualificazione urbana prevede che i Comuni adottino il Poru, Programma operativo per la riqualificazione urbana, con la valenza di piano attuativo ai sensi della LR 34/1992 e di durata non superiore a dieci anni. Il Poru è lo strumento con cui i Comuni definiscono un disegno urbano per migliorare la qualità della città e del paesaggio, limitando l’ulteriore urbanizzazione del territorio e incrementando le prestazioni energetiche degli insediamenti.


Il programma operativo di riqualificazione ammette l’incremento degli indici edificatori territoriali o fondiari delle aree interessate entro il 14% della volumetria esistente o di quanto previsto dal PRG, aumentabile al 20% in caso di interventi effettuati mediante concorso di progettazione. Ai Comuni che non hanno adottato definitivamente il PRG si applica esclusivamente l’incremento del 5% in presenza di concorso di progettazione. L’incremento non si applica alle aree a destinazione industriale, artigianale, direzionale e commerciale.


La legge regionale prevede inoltre la riqualificazione intercomunale. Gli indici edilizi e urbanistici, le destinazioni d’uso e l’assetto urbanistico definiti nei PORU dei Comuni partecipanti all’accordo possono essere determinati anche in variante ai PRG vigenti, purché l’incremento della volumetria o della superficie non superi il 15% di quanto previsto dai PRG, aumentabile al 20% con concorso di progettazione.


Queste ultime misure non si sommano però agli ampliamenti consentiti dal piano Casa del 2009. La legge regionale si propone inoltre l’obiettivo di verificare la compatibilità idraulica degli strumenti di pianificazione del territorio e le loro varianti, contenendo le problematiche connesse al dissesto idrogeologico.

Fonte: Edilportale