lunedì 29 novembre 2010

Il mercato dei mutui alla casa: i dati del III Rapporto Nomisma 2010 sul mercato immobiliare

Andamento dei mutui sulla casa

Le informazioni più aggiornate sul mercato dei mutui sono quelle fornite dagli intermediari creditizi relativamente al terzo trimestre dell’anno in corso. A questo proposito, la percentuale di banche in Europa che segnala un irrigidimento dei criteri per la concessione di prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni ha raggiunto lo 0%, dal 10% dei due trimestri precedenti.

Secondo le banche, all’origine di questo andamento si troverebbe una riduzione del contributo proveniente dai fattori di rischio, quali le prospettive economiche generali e quelle del mercato immobiliare, nonché la diminuzione del contributo dei costi di provvista e dei vincoli di bilancio. In prospettiva le banche prevedono il venir meno dei criteri restrittivi che hanno condizionato il mercato dei mutui in Europa negli ultimi due anni.
In Italia, invece, le politiche di offerta praticate sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sarebbero rimaste pressoché invariate nel terzo trimestre dell’anno, il che equivale a dire che permangono le restrizioni alla concessione di mutui.
Cala la quota di operatori dell’intermediazione immobiliare che segnala difficoltà da parte delle famiglie ad accendere un mutuo per acquistare l’abitazione, rispetto a quanto registrato un anno fa, ma rimane sempre elevatissima, poco al di sotto del 90%.
Permangono, tra i motivi prevalenti alla base di questa difficoltà, la richiesta di garanzie aggiuntive da parte delle banche oltre ad una più bassa copertura del mutuo rispetto al prezzo di acquisto della casa.
Tra le garanzie richieste alle famiglie dagli istituti di credito a tutela del prestito erogato c’è l’ipoteca di un secondo bene, la fideiussione da parte di un soggetto terzo o la polizza assicurativa a copertura di parte del capitale erogato o sul fabbricato in questione o, ancora, sulla propria persona.
Contestualmente la dinamica della domanda di mutui avrebbe registrato un indebolimento per effetto del calo di fiducia dei consumatori, al contrario di ciò che sta avvenendo sul mercato europeo dove le banche interpellate registrano una ripresa della domanda e si attendono per il quarto trimestre un forte rimbalzo della stessa.
A confermare la flessione della domanda di mutuo da parte delle famiglie italiane interviene anche l’analisi effettuata da CRIF che mostra come, a settembre del 2010, si sia verificato un calo del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e che, nei primi 9 mesi dell’anno in corso, la domanda sia calata complessivamente del 3%.
Se nel 2009 sono stati 242.544 i mutui ipotecari accesi per sostenere l‘acquisto dell’abitazione (vale a dire il 40% circa del mercato delle compravendite residenziali), nel 2010 i contratti stipulati potrebbero salire a 254.400 a fronte di una crescita dei contratti di compravendita (si stima un + 2,2% sull’anno) e di una copertura del mercato invariata, attorno al 40%.
Tra le motivazioni per l’acquisto di un immobile, espresse dalle famiglie intervistate da Tecnoborsa nel corso dell’Indagine 2010, emerge che è cresciuto notevolmente il ricorso al mutuo per acquisto della seconda casa per le vacanze e, più in generale, la motivazione di investimento. L’indagine fa emergere con chiarezza il fatto che si torni ad investire nel mattone al punto che si è disposti ad indebitarsi per questa forma di investimento.
Le erogazioni
Nel corso del 2009 le erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di un’abitazione sono state superiori ai 51 miliardi di euro, in calo del 10,4% rispetto al 2008, una riduzione simile a quella osservata per l’ area dell’euro.
In particolare:
- il 19% delle erogazioni (9,7 miliardi di euro) ha riguardato contratti di mutuo che sono stati rinegoziati al fine di ottenere migliori condizioni (era il 13% nel 2008): o il 16% delle erogazioni ha riguardato le surroghe, in cui un cliente sceglie una banca diversa da quella che ha erogato inizialmente il finanziamento, trasferendo l’ipoteca, senza modificare l’importo del mutuo e senza costi addizionali (era l’8% nel 2008); o il 3% delle erogazioni riguardano le sostituzioni del mutuo, che prevedono l’iscrizione di una nuova ipoteca con un costo per il cliente ma che consentono di accrescere l’ammontare del credito (era il 5% nel 2008).
- il 3% dei mutui in essere è stato rinegoziato con la propria banca senza comportare la stipula di un nuovo contratto (era il 7,5% nel 2008). Il dato più aggiornato sull’erogato è riferito al secondo trimestre del 2010 ed è di fonte Banca d’Italia. Rispetto al secondo trimestre del 2009 si è registrato un incremento dei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni del 23,2%. È possibile pensare che una parte consistente delle erogazioni sia il frutto di rinegoziazioni (si stima tra il 20-25% dell’erogato), e che una parte, ancorché esigua, sia imputabile a nuovi mutui erogati a sostegno di un mercato delle compravendite che nel trimestre è cresciuto ulteriormente (+4,5% su base annua).
In base all’indagine condotta dalle Filiali della Banca d’Italia presso oltre 400 banche italiane, nel corso del 2009 il 16% dei nuovi mutui a tasso variabile è stato concesso con un limite massimo all’innalzamento dei tassi di interesse.
Nel frattempo prosegue la flessione dei tassi di interesse sui mutui per la casa. Dalle ultime statistiche pubblicate dalla BCE l’interesse sui mutui a tasso variabile a settembre del 2010 è sceso mediamente al 2,75% (-5 punti base, rispetto ad agosto) e quello a tasso fisso al 3,84% (-11 punti base rispetto ad agosto).
I bassi livelli di spread praticati sul mercato creditizio italiano fanno sì che sia cresciuta la convenienza a stipulare mutui a tasso fisso (le attese per fine anno sono per un rialzo del tasso variabile e per un più contenuto aumento del tasso fisso con la conseguente riduzione del gap fisso-variabile).

Fonte: Banca d'Italia, BCE

Rendimento energetico edifici: richiamo della UE per l’Italia

Per la Commissione Europea la normativa italiana non risponde alla direttiva 2002/91/CE

La Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione a carico dell’Italia per la non completa applicazione della normativa comunitaria in materia di rendimento energetico degli edifici.
Nella richiesta formale, inviata ieri da Bruxelles, la Commissione UE ricorda che la normativa comunitaria - in particolare la Direttiva 2002/91/CE - ha lo scopo di consentire ai cittadini europei di ottenere tutte le informazioni utili sugli edifici che acquistano o affittano.
Secondo la UE, le disposizioni della legislazione italiana in materia di rilascio degli attestati di rendimento energetico degli edifici non rispondono alle norme fissate dalla direttiva.

Inoltre, la direttiva dispone che gli Stati membri adottino un sistema di ispezioni periodiche delle caldaie e degli impianti di climatizzazione per valutarne il rendimento. Anche in questo caso l’Italia - secondo Bruxelles - non ha inoltre adottato alcuna misura relativa all’obbligo di ispezioni.

Destinataria della procedura di infrazione, insieme con l’Italia, è anche la Spagna. Se entro due mesi non saranno adottate misure per garantire l’adeguamento, la Commissione potrebbe decidere di citare gli Stati membri dinanzi alla Corte di Giustizia.

Nel maggio 2009, la Commissione Europea aveva messo in mora l’Italia per la cancellazione dell’obbligo di allegare il certificato di rendimento energetico agli atti di compravendita degli immobili, introdotta dall’art. 35 della Legge 133/2008.



Fonte: Edilportale

Nel 2011 detrazione del 55% in dieci anni invece che in cinque

La Camera proroga fino al 31 dicembre 2011 il bonus fiscale per la riqualificazione energetica degli edifici

Sarà prorogata a tutto il 2011 la detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. La Camera ha infatti approvato la Finanziaria (Legge di Stabilità 2011) con l’emendamento che dà la possibilità di detrarre dall’Irpef il 55% delle spese per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, sostenute fino al 31 dicembre 2011.


Unica modifica al bonus: la detrazione dovrà essere spalmata su dieci anni anziché su cinque. Non cambiano invece i tetti di spesa, le percentuali di detrazione e gli interventi ammessi.


Nel 2011 il bonus fiscale dovrebbe generare maggiori entrate Iva per 124,8 milioni di euro; dal 2012 (anno in cui si comincerà a detrarre le spese del 2011) la misura dovrebbe costare allo Stato circa 300 milioni di euro. Il costo complessivo per lo Stato, nei dieci anni di detrazione, sarà pari a 1,8 miliardi di euro.


Fonte: Edilportale

Conto Energia, superati i 100mila impianti fotovoltaici

Gli impianti occupano una superficie di oltre 900.000 mq

Sono più di 100 mila in Italia gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio con il sostegno degli incentivi in Conto Energia. Lo fa sapere il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) spiegando che, tra vecchio e nuovo conto energia, sono in esercizio al momento 100.200 impianti fotovoltaici, per una potenza installata pari a oltre 1.600 MW. Secondo le previsioni del GSE, entro la fine del 2010 la capacità fotovoltaica installata nel nostro Paese supererà i 2.500 MW, quasi 1.000 in più rispetto all’attuale potenza. Nel 2011, inoltre, ci si aspetta che le nuove realizzazioni fotovoltaiche potrebbero raggiungere i 2.000 MW.
La Lombardia, con oltre 15mila impianti, rimane in testa alla classifica delle Regioni con maggior numero di impianti, seguita da Veneto (11mila impianti) e Emilia Romagna (oltre 9mila impianti). Per quanto riguarda invece la potenza installata, la Puglia è prima con 320 MW seguita da Lombardia (185 MW) ed Emilia Romagna (140 MW).


Il Conto Energia, inoltre, premia la realizzazione di impianti fotovoltaici integrati nelle superfici esterne degli involucri di edifici in sostituzione di coperture in eternit. Il premio consiste in una maggiorazione degli incentivi riconosciuti all’energia elettrica prodotta da tali impianti, premio che è attualmente pari al 5% e che con il terzo Conto Energia diventa pari al 10%. Tale premio ha comportato finora la realizzazione di circa 100 MW di impianti fotovoltaici sostitutivi all’eternit, che occupano una superficie di oltre 900.000 mq. Le Regioni interessate da questa tipologia di impianti sono soprattutto quelle del Nord e in particolare la Lombardia, con oltre 160.000 mq. Nelle quattro Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto la superficie di tali impianti fotovoltaici occupa circa 540.000 mq, pari a quasi il 60% del totale nazionale.


Fonte: GSE

Guida dell'Agenzia delle Entrate

Le istruzioni per fruire della detrazione fiscale del 36% e dell’Iva agevolata del 10%


La Finanziaria 2010 ha prorogato al 31 dicembre 2012 il termine per fruire della detrazione fiscale del 36% delle spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio e ha reso permanente l’aliquota Iva agevolata del 10%, per le prestazioni di servizi e le forniture di beni relative agli interventi di recupero edilizio di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione, realizzati sugli immobili a prevalente destinazione abitativa privata.

Per aiutare i contribuenti ad usufruire delle agevolazioni fiscali, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Guida alle agevolazioni fiscali per interventi di ristrutturazione, aggiornata ad ottobre 2010.

L’Agenzia ricorda, inoltre, che la stessa legge Finanziaria 2010 ha prorogato la detrazione d’imposta sull’acquisto di immobili ristrutturati da imprese di costruzione o ristrutturazione o da cooperative; l’agevolazione è applicabile alle abitazioni facenti parte di edifici interamente ristrutturati dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2012 e acquistati entro il 30 giugno 2013.

Nella guida sono esposte in dettaglio le istruzioni per poter utilizzare al meglio le principali agevolazioni fiscali previste per gli interventi di recupero edilizio.





Case di lusso nel mirino del Fisco

Case di lusso


In questi giorni il Ministero delle Finanze ha pubblicato dei dati sorprendenti: solo l'1% degli italiani dichiara più di 100mila euro al mese. Eppure certi acquisti fanno dubitare di questa cifra.
Adesso con il redditometro l'Agenzia delle Entrate andrà a caccia di comportamenti sospetti. Per esempio, solo nel 2010, sono state vendute 22mila case da più di un milione di euro.
Secondo un'inchiesta del settimanale panorama i ricchi in italia sarebbero meno di 400mila e la maggioranza, circa 230mila, sono, curiosamente, lavoratori dipendenti. Una cifra strana se si considera che nei primi mesi del 2010 sono state vendute 260mila auto di lusso, con un valore superiore a 50mila euro.
Adesso con il nuovo redditometro sarà possibile fare accertamenti mirati, incrociando i dati dell'Agenzia delle Entrate con quelli dell'Inps. Un altro attore interessato sarà l'Agenzia del Territorio, perché anche a livello catastale le cose non quadrano.
Ufficialmente risultano infatti censite poco più di 60mila case classifcate nella categoria catastale A1 (ville di pregio e di lusso) e 40mila ville nella categoria A8. Secondo alcuni operatori si tratta di uno sproposito, perché le case di lusso, con un valore superiore ad 1 milione di euro, sarebbero per lo meno 1 milione.


Fonte: Panorama

Diritti delle Agenzie immobiliari

Tutela delle Agenzie immobiliari

L'agenzia immobiliare può accedere agli atti relativi ad una proprietà immobiliare ceduta a terzi? Non solo può, ma è un suo diritto. Il passaggio di proprietà, infatti, è un atto pubblico e in quanto tale registrato in registri pubblici. Questo che significa?
Il passaggio di proprietà che si svolge di fronte ad un notaio, viene poi registrato obbligatoriamente da questi nei pubblici registri consultabili da chiunque, anche semplicemente online sul sito dell'agenzia delle entrate verificando la proprietà di un determinato immobilie.
Questo comporta che l'agenzia immobiliare, cui si stato affidato un incarico e a cui non siano state pagate le spese per mancata compravendita, può verificare se un immobile sia stato venduto tra privati.
In questo modo l'agenzia immobiliare, non soltanto può avvisare il proprio legale e tutelarsi, ma anche fornire le informazioni ad altri soggetti che possano essere stati danneggiati dall'operazione occulta.

Fonte : La Repubblica

Bollino blu per le perizie immobiliari

Estimo e valutazioni immobiliari con il bollino blu

D'ora in poi i criteri per stabilire il valore di un immobile saranno omogenei grazie all'intesa firmata tra ABI(Associazione Bancaria Italiana), Consigli Nazionali dei periti industriali, geometri, agronomi e forestali, agrotecnici, ingegneri e architetti. Obiettivo: offrire criteri unici per la valutazione degli immobili.
Questi, ovviamente, dovranno rispondere ai principi introdotti nelle istruzioni della Banca d'Italia che sono state redatte tendendo contro delle indicazioni contenute negli Standard di Valutazione Internazionale e del Codice delle Valutazioni Immobiliari.
Omologati quindi gli indicatori di superficie o di volume, le metodologie adottate per capitalizzazione del reddito o per stima comparativa e lo stesso concetto di valore e il livello di professionalità dei periti incaricati della valutazione.
Obiettivo è la certezza del prezzo e la trasparenza nei confronti di tutti gli stakeholders sia privati che istituzionali, dalla Banca d'Italia all'Agenzia delle Entrate, modernizzando il mercato del credito e intergrandolo con quello europeo.
L'intesa ha permesso di costituire anche un tavolo di lavoro presso l'ABI che si riunirà almeno due volte l'anno per seguire gli sviluppo di analisi e prassi a livello nazionale e internazionale che riguardino la valutazione immobiliare e aggiornare le linee guida con eventuali novità regolamentari o tecniche.


Fonte: Italia Oggi

venerdì 26 novembre 2010

Parliamo di mutui: qual'è il sistema più conveniente?

Un confronto tra le diverse tipologie

Nell'ultimo anno e mezzo il mutuo a tasso variabile è stato senza dubbio il re del mercato del credito. con l'indice euribor ai minimi la rata del mutuo, normalmente calcolata sull'indice a tre mesi, si è fatta conveniente come non mai. ma secondo alcuni analisti è tempo di considerare anche il tasso fisso, che non è stato mai così conveniente, oppure il misto, valido per ogni evenienza. Ma ogni mutuo ha dei pro e dei contro, vediamo quali.


Mutui a tasso variabile
L'interesse di un mutuo a tasso variabile si compone di un indice di riferimento (l'euribor, solitamente; l'indice bce, più raramente), + un differenziale, detto spread. Lo spread è applicato dagli istituti di credito e corrisponde al guadagno della banca. si mantiene fisso fino alla fine, a meno che non venga rinegoziato. L'indice di riferimento cambia invece a seconda del contratto. Si può aggiornare ogni mese, ogni tre mesi, ogni sei mesi oppure ogni anno (più raro).





Il cliente deve cercare di ottenere un buon differenziale, perché l'indice di riferimento dipenderà sempre dalle oscillazioni del mercato la copertura più sicura contro un brusco aumento dell'euribor è il cap, ossia un tetto oltre il quale la rata non può andare.


Mutui a tasso fisso
La percentuale indicata nel contratto è esattamente quella che pagheremo per tutta la durata del mutuo.
Le migliori offerte del momento oscillano tra il 4% e il 5%, per un periodo di ammortamento massimo di 30 anni. Quanto più corto è l'intervallo di tempo, più basso sarà l'interesse e viceversa.




Mutui a tasso misto
Consentono al cliente se scegliere di passare da tasso fisso a variabile o viceversa, noto al momento della stipula del contratto, a una cadenza di tempo prefissata (ogni 3, 5 anni, etc.). Ad ogni rinegoziazione sarà calcolato l'interesse in base all' euribor, se si passa al tasso fisso, maggiorati di uno spread che è indicato nel contratto. La sicurezza del tasso misto ha un costo.


Considerazioni finali
Nei periodi di euribor basso, come adesso, si trovano i migliori mutui a tasso fisso. La Banca Centrale Europea ha annunciato per tutto il 2012 bassi tassi di interesse: l'euribor non aumenterà, salvo scossoni, fino al 2013.
Per scegliere bene, bisognerebbe conoscere e confrontare molte offerte ma fare delle previsioni economiche non è facile.

Calano ancora i prezzi delle case in Italia

Nomisma : previsioni immobiliari per il 2011


Prezzi ancora in lieve calo per gli immobili delle principali città italiane, anche se le discese di prezzo si fanno sempre più deboli. E' questo il quadro presentato da Nomisma e diffuso da Il Sole 24 Ore. Rispetto al 2007 le case avrebbero perso il 6,5% del loro valore, il 9,5%, al netto dell'inflazione.
In pratica i prezzi attuali sono tornati al livello di quelli del 2005 in valore reale. "Se osserviamo più nel dettaglio gli andamenti dei prezzi nel corso dell'ultimo ciclo immobiliare sino all'attualità - si legge sul rapporto - scorporando i mercati più pregiati e centrali rispetto alle aree più decentrate, vediamo come nel periodo di crescita, i prezzi delle zone "migliori" sono cresciute maggiormente, e, poi, le riduzioni nella fase discensiva sono risultate meno accentuate. anche nella presente situazione di assestamento del mercato, sono le localizzazioni più pregiate e centrali e di migliore qualità complessiva che mostrano un tasso di recupero tendenzialmente migliore".
Dunque le medie, al netto degli immobili di pregio, sarebbero ancora più negative.
Le previsioni di Nomisma prevedono una leggera ripresa dei prezzi delle case nel 2011, con un + 0,2% nel primo semestre e un + 0,6% nel secondo semestre. Tuttavia Nomisma fa notare che i prezzi dovrebbero rimanere pressochè sugli attuali livelli nel corso dei prossimi mesi, spostando almeno al 2012 un riavvio più deciso anche in termini reali.
Secondo altri analisti i prezzi scenderano invece fino al 2014.


Fonte: Nomisma

Vendite immobiliari in calo nel terzo trimestre 2010

Andamento vendite immobiliari


Dopo i numeri positivi del primo e del secondo trimestre 2010, dall'Agenzia del Territorio arriva la notizia che le compravendite immobiliari sono do nuovo in calo nel terzo trimestre 2010 (-2,4%), rispetto allo stesso periodo del 2009, che già di per sè non era positivo. Le cifre sono negative per tutti i settori, dal residenziale al commerciale. Solo Milano e Roma in controtendenza.

Il settore commerciale e quello produttivo continuano a peggiorare le rispettive performance, a conferma che l'economia è ancora in una fase di piena sofferenza. Anche il residenziale fa segnare un dato negativo (-2,7%), a causa soprattutto dei capoluoghi del sud; al nord infatti il dato è positivo (+2,6%) e al centro, grazie al traino di Roma, si registra un +1%. ma il dato del sud (-13,8) fa precipitare il totale delle compravendite nel settore residenziale.
Il boom assoluto si registra a Milano, +19,7%, ma anche Roma, che già nel secondo trimestre aveva sorpreso con un +23%, si mantiene ad un ottimo+13,9%. Bisogna inoltre aggiungere che, nel caso di Roma, come alcuni lettori ci hanno segnalato, la crescita delle compravendite residenziali può essere stata influenzata dalla cessione di immobili di edilizia residenziale pubblica, così come dalla vendita degli immobili di enti previdenziali pubblici. l'agenzia del territorio, tuttavia, non è in grado di quantificare in che percentuale abbia influito sul risultato finale.


Fonte: Agenzia del Territorio